articolo tratto da: http://www.dottorperuginibilli.it/fitoterapia1/4451-ipertiroidismo-e-fitoterapia
L’ipertiroidismo è una condizione caratterizzata da uno stato di iperfunzione della ghiandola tiroidea e da una conseguente iperproduzione di ormoni tiroidei. I sintomi più frequenti sono: nervosismo, iperattività, ansia, aumento della sudorazione, ipersensibilità al caldo, palpitazioni, aumento dell’appetito, calo ponderale e insonnia. La forma più comune di ipertiroidismo è la malattia di Graves/Basedow, che ha una base autoimmune.
Terapia convenzionale
Per bloccare la sintesi degli ormoni tiroidei vengono usati i farmaci tireostatici, come il Tiamazolo e il Propiltiouracile, prescritti da uno specialista nelle dosi opportune e sulla base della gravità del caso. Purtroppo questi farmaci determinano la remissione duratura dei sintomi solo nel 30% dei casi. Per gli altri che recidivano o non rispondo per nulla si pone l’indicazione della terapia radioablativa con iodio radioattivo (131I) o l’asportazione chirurgica della tiroide.
I farmaci tireostatici non sono privi di effetti collaterali. I più comuni sono: rash cutanei, orticaria, nausea, dolore articolare, perdita di capelli, mialgie, ittero, edemi, cefalea, vertigini e sonnolenza. Si possono verificare effetti collaterali clinicamente più importanti, quali alterazioni del quadro ematologico, patologie autoimmuni e nefriti si sono osservate solamente in rari casi
Fitoterapia
Nelle forme iniziali e di media gravità è possibile ricorrere con successo alla fitoterapia, ma prima è di fondamentale importanza rivolgersi ad uno specialista per una diagnosi precisa.
Lycopus europaeus, L. virginicus L. (Licopo, lycopus) – E’ certamente una delle piante più efficaci nell’ipertiroidismo, come ho potuto verificare in oltre 25 anni di impiego clinico. E’ soprattutto indicata in quei pazienti che hanno tremori, fiato corto e palpitazioni.
Studi farmacologici hanno mostrato che gli acidi rosmarinico, ellagico, clorogenico e il glucoside beta-7-luteolina sono i principali costituenti attivi che bloccano i recettori del TSH (ormone stimolante la tiroide) e riducono la conversione periferica del T4 in T3. Mancano gli studi sull’uomo, ma non manca l’esperienza pratica di molti medici. L’impiego nella forme non gravi di ipertiroidismo è indicato anche dalla Commissione E tedesca. Oltre che nell’ipertiroidismo, il lycopus è anche indicato nella tiroidite autoimmune.
Lythospermum officinale L. (Migliarino) – Il Lithospermum è stato usato per lungo tempo nella cura dell’ipertiroidismo da parte dei medici eclettici americani, anche se in misura minore rispetto al Lycopus. Gli studi su animali hanno mostrato che questa pianta è in grado di bloccare i recettori TSH e sopprimere la pompa dello ioduro. Inoltre inibisce la conversione periferica del T4 in T3. In uno studio in vitro, un estratto secco ha mostrato un’azione antagonista nei confronti degli anticorpi antitiroide, in un tessuto di tiroide affetta da Morbo di Graves. Purtroppo, mancano gli studi sull’uomo, ma rimane la pur validissima esperienza pratica di molti medici.
Melissa officinalis Desf. (Melissa) – Questa labiata viene utilizzata nei disturbi della tiroide, anche se ha un effetto decisamente meno forte del lycopus. Rallenta la funzione ipofisaria, riduce il TSH e gli ormoni tiroidei e blocca gli anticorpi anti-tiroide. In generale ha un’azione riequilibrante sulla tiroide , tanto che può essere usata anche nel caso di ipotiroidismo. Disintossica e riequilibra il sistema immunitario, ha un’azione ansiolitica e riduce le palpitazioni. Una preparazione a base di Lycopus spp, Lithospermum officinali e Melissa officinalis è stato studiato in vivo e in vitro. I risultati preliminari indicano un suo potenziale impiego nel morbo di Graves. Questa combinazione infatti ha mostrato di inibire i recettori TSH, di contrastare gli anticorpi anti-tiroidei e di inibire la conversione da T4 a T3.
Leonurus cardiaca L. (Cardiaca) – Come indica il nome volgare e scientifico, è considerata principalmente una pianta per il cuore. Su questo organo, ha un’azione ipotensiva e sedativa soprattutto quando ipertensione e palpitazioni si associano ad un ipertiroidismo. La Commissione E tedesca indica la cardiaca per i sintomi associati all’ipertiroidismo.
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