Il cosidetto “colon irritabile” (IBS), ma sarebbe più corretto definirlo Intestino Irritabile,  continua a non avere una causa certa, ma piuttosto una serie di concause anche legate al genere (le donne ne sono più colpite, dimostrando un certo coinvolgimento ormonale) e che vanno da una nutrizione non adeguata ad uno stile di vita o un lavoro stressante, magari passando per una certa predisposizione personale e genetica, e aggiungerei, in perfetta chiave PNEI, nutrendosi di un particolare modo di leggere gli eventi della vita, del tutto soggettivo.

E’ pertanto un quadro spesso complesso, dove l’alimentazione ha di certo un ruolo chiave, ma non è l’ unica causa. I soggetti che soffrono di IBS manifestano sintomi simili alla celiachia, pur non manifestando presenza anticorpale specifica, nè atrofia dei villi:

  • dolori e gonfiori addominali
  • alvo alterno
  • astenia, mente annebbiata, affaticamento, depressione

Queste persone presentano spesso permeabilità intestinale (zonulina alta) e un quadro infiammatorio (calprotectina alta).

Così come per i soggetti celiaci, anche loro sovente attenuano marcatamente le problematiche escludendo il glutine dalla dieta (mostrando quindi, comunque, una certa sensibilità a questa molecola) o escludendo il latte, anche quello senza lattosio (indicando forse un coinvolgimento anche della caseina nell’esacerbarsi della sintomatologia). Questi alimenti possono in seguito, gradualmente, essere riaggiunti alla dieta durante il percorso di terapia nutrizionale, prevedendo fasi di esclusione e di reinclusione.

Altre accortezze alimentari utili sono l’ingestione di cibi antinfiammatori e della fibra idrosolubile di frutta e ortaggi, a scapito di quella insolubile dei cereali integrali e dei legumi, l’assunzione di almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, evitare alcol e caffeina, così come i cibi troppo grassi e gli alimenti ad alto contenuto di fodmap.

Ma a volte tutto questo non basta e la persona alterna fasi di remissione a fasi di riacutizzazione: perchè?

Non trascurerei l’interconnessione tra cervello e intestino e lo stress emozionale ( paura, rabbia, frustrazione, mancanza di autostima, timore del giudizio) che acidifica e infiamma, al pari dei cibi, la matrice connettivale, che nell’ intestino è maggiormente rappresentata. Bisognerà prevedere pertanto anche un percorso di potenziamento personale che permetta in pochi istanti di cambiare i pensieri e l’ambiente “interno”, virando verso uno stato di leggerezza, ottimismo e buonumore, indipendentemente da fatti o persone: LO STATO POTENZIATO.